Il risveglio del drago cinese pone molti problemi a un Occidente ancora imbambolato

Nel 2012 Xi Jinping diviene segretario del Partico comunista cinese e capo delle forze armate poi, con una progressione impressionante, assume tutte le principali cariche statali fino a diventare “l’uomo più potente del mondo”, nella definizione del settimanale Economist. Il progetto politico di Xi intende collocare la Cina al centro di una globalizzazione gentile e operosa, in alternativa esplicita al sogno americano. Pechino propone con toni suadenti sviluppo economico e non ingerenza negli affari interni a tutti coloro che vorranno entrare nella sua sfera di influenza. Ma possiamo veramente crederci? Un libro di Giada Messetti analizza identità e ambizioni della nuova Cina.

Gli analisti cinesi e occidentali concordano sul fatto che l’arrivo di Xi Jinping al potere ha rappresentato un punto di svolta nella storia cinese. Dopo aver vinto la guerra civile, Mao Zedong si era prefisso l’obiettivo di dare un assetto politico alla Cina, chiudendo per sempre con il “secolo delle umiliazioni”, in cui il grande Paese asiatico era stato vessato e sfruttato dalle potenze coloniali europee e dal Giappone. Il suo successore, Deng Xiaoping, aveva mirato a far uscire dalla povertà centinaia di milioni di persone, inserendo gradualmente la Cina all’interno del capitalismo occidentale. L’obiettivo primario di Xi Jinping non è di natura esclusivamente politica, come quello di Mao Zedong, né economica, come quello di Deng Xiaoping, ma abbraccia una precisa visione geopolitica.

Sogno cinese vs sogno americano

L’uomo forte di Pechino intende riportare la Cina al centro degli scambi mondiali, realizzando due obiettivi fondamentali: diventare una società “moderatamente prospera” entro il 2021, centenario della fondazione del Partito comunista cinese, e rendere la Cina una nazione “pienamente sviluppata” entro il 2049, centenario della nascita della Repubblica popolare. Grazie a questo processo di rinascita, la Cina tornerà a rivestire una posizione di primato nel mondo. Questa concezione è considerata come parte dell’ordine naturale delle cose, visto che Cina, in cinese, si dice 中国 (Zhōngguó), che letteralmente significa “paese del centro”. La strategia di lungo termine di Xi Jinping è di collocare la Cina al centro di un mondo dove siano stati modificati gli equilibri esistenti e in cui il concetto di globalizzazione sia stato aggiornato, spostandone l’asse da Occidente a Oriente….

Giada Messetti
Nella testa del dragone
Mondadori, pp. 185, 18 euro

di Galliano Maria Speri

L’articolo è stato pubblicato sul sito Frontiere.eu l’8 febbraio 2021. Continua a leggere