Iraq: febbraio 1991-febbraio 2021, trent’anni di guerra. Lo smantellamento delle strutture statali aprì la strada all’Isis (4)

Nel marzo-aprile 2003 l’esercito anglo-americano sconfigge facilmente quello iracheno e occupa Baghdad, ma appare subito chiaro che Washington non ha piani adeguati per gestire la pace. Incompetenza e approssimazione portano alla dissoluzione dell’esercito e del sistema che aveva retto il Paese. Inizia una guerra civile tra sciiti e sunniti, mentre le migliaia di ufficiali e soldati gettati sul lastrico costituiranno poi la spina dorsale dell’Isis, i cui attentati insanguineranno anche le città europee.

Sulla carta, la Seconda guerra del Golfo fu una specie di guerra lampo perché, in poco più di due settimane, le truppe di Stati Uniti e Gran Bretagna raggiungono Baghdad, capitolata il 9 aprile 2003. Ma da quel momento in poi, inizia una seconda fase in cui le forze di occupazione si scontrano, con sempre maggiore violenza, con gruppi di insorgenti che raccolgono un crescente sostegno tra la popolazione. Emerge molto presto una tragica verità: le armi di distruzione di massa, che avevano costituito il casus belli per scatenare l’invasione, non esistono. Ma il fatto più drammatico è che quegli stessi intellettuali neocon che avevano elaborato la teoria del “secolo americano”, che avrebbe dovuto imporre al mondo intero la democrazia a stelle e strisce, non hanno la minima idea di come si ricostruisce e si fa funzionare uno stato. Alla luce di quanto avverrà dopo, sorge il dubbio atroce che non avessero nemmeno informazioni adeguate sulla storia e sulla natura della società irachena.

L’Iraq non è uno stato qualsiasi, perché è al centro della mezzaluna fertile che, circa 10.000 anni fa, vide la nascita dell’agricoltura e anche uno dei primi esempi di alfabeto. In questa stessa area sorsero le prime città, che sono alla base di quella che chiamiamo civiltà. L’Iraq moderno nasce dopo la dissoluzione dell’Impero ottomano seguita alla Prima guerra mondiale e, come molti altri stati dell’area, i suoi cittadini si dividono in diverse appartenenze religiose ed etniche. Il 70 per cento della popolazione è arabo, il 25 per cento è curdo, e sono presenti numerose minoranze come i turcomanni, gli yazidi, gli armeni. Il 98 per cento della popolazione è musulmano, diviso tra la maggioranza sciita e la minoranza sunnita, a cui si aggiungono piccoli gruppi di cristiani e di altre religioni minoritarie. Ma le strutture dirigenziali dello stato e dell’esercito sono occupate da sunniti. Saddam Hussein era sunnita e governava il Paese con ferocia e determinazione, creando un forte risentimento tra gli sciiti. A giudicare dal modo in cui ha operato, queste informazioni elementari, reperibili su qualunque manuale scolastico, non erano in possesso dell’amministrazione provvisoria americana….

L’articolo è stato pubblicato sul sito Frontiere.eu il 23 marzo 2021. Continua a leggere