La Cina è “perfetta” ma anche molto vicina

In pochi decenni, la Cina è riuscita a realizzare uno sviluppo economico prodigioso, trasformando quello che, formalmente, è ancora un “Paese in via di sviluppo”, nella seconda potenza economica mondiale. Il Partito comunista cinese, sotto il fermo comando di Xi Jinping, detiene tutte le leve del potere politico, economico e culturale, e usa con grandissima abilità le nuove tecnologie e l’Intelligenza artificiale per controllare capillarmente la società. Pechino sta rapidamente accrescendo anche la sua proiezione internazionale e dichiara che la sua “Nuova via della seta” è inclusiva e non è contro nessuno. Un nuovo libro, scritto da Michelangelo Cocco, giornalista del Messaggero con una vasta e approfondita conoscenza della Cina, analizza anche aspetti solitamente trascurati dagli studiosi ma, alla fine, evita di porre alcune domande cruciali.

Il fil rouge che percorre tutto il saggio è un’analisi attenta dell’operato del Partito comunista cinese (PCC), fondato nel 1921, la più grande organizzazione politica del mondo, che sta dimostrando non soltanto una grande vitalità ma anche la capacità di proporre un modello alternativo che sfidi l’ideale di sviluppo offerto dagli Stati Uniti e dalle società liberali dell’Occidente. I successori di Mao Zedong, la cui Rivoluzione culturale scatenò un disastro economico che provocò decine di milioni di vittime, hanno saputo elaborare una politica pragmatica che puntasse a far uscire il Paese dal sottosviluppo e dalla povertà, anche rivolgendosi al “nemico” capitalista, l’unico a possedere le necessarie conoscenze scientifiche e tecnologiche.

Tutto il potere a Xi

Con la sua politica di basso profilo Deng Xiaoping, la vera mente della liberalizzazione economica, seppe mettere in moto un processo che trasformò in profondità la società e innescò una crescita economica che non si è più interrotta. Tra i tanti successi della Cina post-Mao, quello conseguito nella lotta alla povertà è uno dei più straordinari. Cocco riferisce che “secondo la Banca mondiale, tra il 1981 e il 2015, 850 milioni di cinesi si sono affrancati dalla ‘povertà estrema’, crollata in questo intervallo di tempo dall’88% allo 0,7% della popolazione. Nel 2018, il reddito pro capite equivaleva a 9.770 dollari (18.236 dollari a parità di potere d’acquisto)”. Questa crescita tumultuosa è stata realizzata grazie a un processo di decentralizzazione che ha saputo stimolare al meglio le energie locali, che si sono sfidate in una competizione virtuosa. Nel 2012, però, con il passaggio del potere nelle mani di Xi Jinping, questa tendenza ha subìto un arresto perché il neoeletto segretario del PCC ha riportato di nuovo il pendolo del potere verso il centro e, poco a poco, ha iniziato a cumulare nelle sue mani tutte le cariche di un qualche rilievo….

Michelangelo Cocco
Una Cina “perfetta”
La nuova era del PCC tra ideologia e controllo sociale
Carocci, pp. 204, 21 euro

di Galliano Maria Speri

L’articolo è stato pubblicato sul sito Frontiere.eu il  2 aprile 2021. Continua a leggere